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"Se ho potuto vedere più lontano degli altri... è perché sono salito sulle spalle dei giganti".

Isaac Newton




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domenica 6 luglio 2014

Bignami chiede al Governo di ascoltare i ricercatori

Il Presidente dell'INAF chiede trasparenza e confronto a Matteo Renzi


Si moltiplicano le richieste al Governo, a partire dal Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ma anche al ministro MIUR, Stefania Giannini, di dare ascolto, in modo concreto alla comunità scientifica, nel mettere mano (ancora una volta) agli enti di ricerca.


E’ la volta dell’autorevole presidente dell’INAF, prof. Giovanni Bignami, il quale su L’Espresso, esprime (ancora meglio) concetti molto simili al nostro appello (cui ha aderito recentemente anche ANPRI-CIDA).


giovedì 3 luglio 2014

Schema di Risoluzione Proposto dal Relatore (Affare 235)

La Commissione,
      premesso che:

Affare Enti di Ricerca (Senato): schema di Risoluzione proposto

Riportiamo di seguito il resoconto sommario della seduta di ieri in cui il Senatore Bocchino ha presentato alla Commissione VII lo schema di risoluzione dell'Affare Enti di Ricerca. 
Seguirà nei prossimi giorni l'esame della Commissione, l'approvazione del testo definitivo è prevista per Martedì prossimo. Lo schema di risoluzione proposto dal Relatore accoglie (e rielabora) moltissime delle istanze e delle proposte presentate in sede di audizione dai vari soggetti interpellati (compresi noi). 

Non possiamo non accogliere con entusiasmo il coraggio dell'impianto complessivo assolutamente coerente con tutte le battaglie che Rete Ricerca Pubblica porta avanti da 4 anni e che aveva ribadito anche nella Lettera al Ministro Madia:

  • il varo di un piano pluriennale di rifinanziamento pubblico in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di passare dall’attuale 0,52 per cento allo 0,7 per cento nel 2020 (circa 3 miliardi di euro in 7 anni), definendo allo stesso tempo, nell’ambito del Documento di economia e finanza (DEF), gli indirizzi e le priorità strategiche per gli interventi a favore della ricerca scientifica e tecnologica ed il quadro delle risorse finanziarie complessive (quelle già attivate e da attivare), e assicurando il coordinamento con le altre politiche nazionali (punto 1);
  • il superamento della frammentazione e della distinzione fra Epr Vigilati dal Miur ed Epr vigilati da altri Ministeri e il rispetto dell'autonomia degli EPR dalla politica;
  • lo "statuto speciale" rispetto al resto della PA (punto 11 dello schema), 
  • il sostegno all'uso della tenure-track, il suggerimento di superare il meccanismo delle piante organiche e sblocco del turnover (punto 6)
Tutti tasselli di quella riforma della Governance complessiva che chiediamo da anni e che nel testo è stata delineata al punto 10, "al fine di definire una politica unitaria della ricerca che sia realmente coordinata con le altre politiche nazionali, una governance del sistema della ricerca al livello della Presidenza del Consiglio che superi la distinzione fra EPR vigilati dal MIUR e quelli vigilati da altri Ministeri, nonché la distinzione artificiale fra EPR che svolgono attività di servizio ed EPR che svolgono attività di ricerca cosiddetta non strumentale, sancendo invece per tutti gli EPR la doppia natura di ente di ricerca, terzo ed indipendente, e la natura strumentale relativamente ad alcuni obiettivi che appartengono alla mission dei diversi Ministeri a vario titolo interessati o correlati con specifici enti. Tale governance unitaria, che deve comprendere anche la ricerca universitaria e quella privata, si deve realizzare attraverso tre livelli" con la previsione dell'istituzione di:
  • un comitato interministeriale presso la presidenza del consiglio
  • una consulta della ricerca
  • un'Agenzia Nazionale della ricerca (ANR)

martedì 1 luglio 2014

Comunicato Stampa Congiunto

COMUNICATO STAMPA

Ministra Giannini lancia spot sull'Università.
ADI, LINK e Rete Ricerca Pubblica: subito risposte concrete su finanziamenti, dottorati di ricerca e tasse studentesche


Nei giorni scorsi la Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha annunciato a mezzo stampa una serie di importanti interventi sul sistema universitario. Gli interventi dovrebbero riguardare numerosi aspetti tra cui: nuovi meccanismi per la ripartizione delle risorse destinate agli atenei in base a valori standard (costo standard per studente) e premialità, la revisione dell’abilitazione nazionale, un piano di reclutamento quadriennale per l’assunzione di 6.000 ricercatori l’anno, il rilancio dei dottorati attraverso il dottorato industriale e la revisione della si sistema della contribuzione studentesca.
In attesa di poter leggere i documenti ufficiali attraverso cui prenderanno forma questi interventi e di avere un quadro più preciso dei parametri che verranno adottati per realizzarli, il Segretario nazionale ADI, Antonio Bonatesta commenta: “Nuovi meccanismi di ripartizione delle risorse per gli atenei dovrebbero essere finalizzati prioritariamente a un miglioramento della qualità media complessiva del nostro sistema universitario e non a penalizzare realtà già in difficoltà, spesso a causa delle caratteristiche del contesto in cui operano. Il rilancio del dottorato – continua Bonatesta -, ancor più che dalle sinergie con il mondo delle imprese, dovrebbe passare attraverso un miglioramento delle condizioni in cui vivono e fanno ricerca migliaia di dottorandi. Questo significa, in prima battuta, l’abolizione delle tasse che colpiscono ingiustamente oltre il 40% di loro per poi arrivare alla copertura completa di tutti i posti di dottorato con una adeguata remunerazione, il giusto riconoscimento per il lavoro che svolgono quotidianamente all’interno delle università.”
“La Ministra Giannini ha inoltre paventato – prosegue Alberto Campailla, Portavoce Nazionale di LINK – Coordinamento Universitario – la possibilità di una revisione della normativa circa la contribuzione studentesca. Laddove questo proposito trovasse riscontri concreti diciamo sin da subito che il provvedimento dovrà necessariamente essere indirizzato da una parte verso una reintroduzione del parametro del 20% del rapporto tra tasse universitarie e finanziamento statale ricomprendendo il gettito derivante dalle tasse degli studenti fuori corso dal calcolo del rapporto e dall’altra verso l’ampliamento di una “No Tax Area” per gli studenti con redditi inferiori a 20.000 € I.S.E.E, richiesta quest’ultima sbandierata proprio dal MIUR per bocca della Sottosegretaria On. Angela D’Onghia in occasione di un’audizione alla Camera svoltasi nel Dicembre 2013.
I recenti aumenti delle tasse in molti atenei tra cui Pisa, Bari, Politecnico di Bari, Foggia e Campobasso sono una allarmante riprova”.
Quanto all’accorpamento, all’aggregazione e alla razionalizzazione degli Enti di Ricerca – ha commentato Federica De Luca, Rete Ricerca Pubblica – non siamo noi a dire che finora non ha funzionato neanche una di queste operazioni già operate da Tremonti e da Monti, ma la Corte dei Conti, che ha sottolineato l’aggravio per le casse dello Stato derivante dall’inefficienza dei decreti attuativi successivi.
Ci era sembrato di capire che il Ministro Madia stesse lavorando ad un ridisegno della Governance degli Enti e come Rete Ricerca Pubblica abbiamo dato il nostro contributo al dibattito (per adesso arenato alla presidenza del Consiglio): pensiamo sia prioritario occuparsi della governance del Sistema degli Epr e del finanziamento degli Epr, per poi pensare ad eventuali accorpamenti o collaborazioni trasversali fra Epr Vigilati dal Miur ed Epr Vigilati da altri Ministeri. I veri punti critici relativi agli Enti di Ricerca non sono certo gli sprechi ma i 10.000 precari e i fondi che non bastano più neanche per gli stipendi”.
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