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"Se ho potuto vedere più lontano degli altri... è perché sono salito sulle spalle dei giganti".

Isaac Newton




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giovedì 7 giugno 2012

Un Aiuto per il Terremoto


Rete Ricerca Pubblica per il terremoto..

FACCIAMO GIRARE!!!!!!!!

Dieta Mediterranea? No, digiuno di ricerca!

Sicurezza alimentare

L'Italia chiude i battenti all'istituto che ha promosso nel mondo la Dieta mediterranea.

Venerdì 8 giugno si decidono a Roma le sorti dell'Inran





Il Paese della Dieta mediterranea intende chiudere l’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione, l'ente che ha promosso e diffuso nel mondo uno stile alimentare sempre più imitato. Può sembrare un paradosso ma è così, da qualche settimana a Roma nei palazzi del Governo il ministro delle politiche agricole Mario Catania sta studiando il modo per tagliare le spese e l’Inran è nel mirino, insieme ad altri enti come Ismea, Ina… La notizia è di quelle che fanno venire i brividi, perché già Berlusconi aveva ridotto progressivamente i fondi all’Istituto, e adesso si cerca di accorpare, ristrutturare, riorganizzare… Ragionamenti complessi dietro i quali c’è il tentativo di chiudere definitivamente la ricerca italiana nel settore alimentare. La capacità di un governo si misura su due parametri che in apparenza non producono ricchezza, ma che rappresentano una garanzia per il futuro dei cittadini, stiamo parlando dell’istruzione scolastica e universitaria e della ricerca (anche alimentare).



Questa regola è però poco conosciuta dai governanti. C’è da chiedersi quanto Berlusconi, un personaggio che ha costruito il successo sul mattone e la televisione abbia riflettuto sulla correlazione tra scuola-ricerca e futuro del Paese. Il professore Mario Monti come docente universitario dovrebbe avere più dimestichezza con questi argomenti, ma forse negli ultimi anni è stato assorbito troppo dai problemi delle banche e si è distratto un po’.

Il progetto di “ristrutturazione” dell’Inran vuol dire tagliare ulteriormente i fondi e destinare all’esaurimento quel poco di ricerca indipendente alimentare che si fa in Italia. Per molto tempo ho sperato in un rilancio dell’Istituto, ma negli ultimi anni ho registrato un crescente senso di frustrazione e sfiducia da parte dei ricercatori, che hanno sempre portato avanti con passione e competenza il loro lavoro. Il paradosso si è avuto l’anno scorso con la nomina alla presidenza dell’istituto di un entomologo, abituato a disquisire di coleotteri e zanzare, ma poco avvezzo a parlare di proteine e nutrizione




Un altro episodio sconosciuto ai più, riguarda lo storno da parte del governo Berlusconi nel 2010 dei soldi già stanziati per l’Agenzia italiana per sicurezza alimentare, che doveva sorgere a Foggia. Un’operazione portata avanti con l’accordo tacito dei due ministri dell’agricoltura e della salute, non disposti a cedere il loro potere ad un organismo in grado di supervisionare in modo organico sulla salute degli italiani. In controtendenza rispetto agli altri Stati europei, in cui questi enti operano da anni, e sono riconosciuti come delle preziose risorse.


 Venerdì prossimo a Roma si discuterà del destino dell’Inran. Forse si è già deciso che la ricerca nel campo alimentare non serve, che le scoperte e le novità nel settore sono spazi da riservare alle aziende private per elaborare nuovi prodotti sempre più sofisticati e non sempre più salutari. Gli esperti del ministero pensano che senza l’Inran e senza la ricerca pubblica si possa lavorare lo stesso, e anche recuperare denaro senza grossi intoppi.


Qualcuno è convinto che l’investigazione in campo alimentare sia diventata un lusso per l’Italia. Perché allora i ministri della sanità e dell’agricoltura quando parlano di cibo, inneggiano sempre alla sicurezza e alla qualità dei nostri prodotti. Forse pensano che la sicurezza alimentare e la qualità siano attività da fare sguinzagliando i Nas in qualche operazione spettacolare alla ricerca del concentrato di pomodoro cinese! Non è così e voglio sperare che la situazione non precipiti. Un governo di professori non dovrebbe dimenticare il ruolo e l’importanza dell’educazione e della ricerca.


Foto: Photos.com, Politicheagricole.it
giovedì 07 giugno 2012
Roberto La Pira

Dopo la Sicurezza sul Lavoro (ISPESL), l'Economia (ISAE),
gli Affari Sociali (IAS), il Territorio (ISPRA-INGV-ENEA),
il Lavoro e la Formazione (ISFOL)...

ANCHE LA SICUREZZA ALIMENTARE DEGLI ITALIANI PUO' FARE A MENO DELLA RICERCA SCIENTIFICA PUBBLICA E AUTONOMA..

MIOPIA DANNOSA E ANTIECONOMICA!


mercoledì 6 giugno 2012

INRAN in Stato di Agitazione.

Alimentazione, Ricerca e Salute:
l'Italia taglia dove l'Europa investe!

Gli Enti vigilati dal MIPAAF (Ministero della Agricoltura) sono in questi giorni al centro delle dichiarazioni dei politici impegnati nella “spending review”, con toni davvero poco lusinghieri.

La comunità scientifica dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN), sede di Roma, ritiene paradossale che il lavoro di ricerca svolto da più di 50 anni per migliorare la qualità degli alimenti e per tutelare il consumatore sia considerato uno spreco da tagliare.

 La sana alimentazione è uno degli elementi fondamentali per la salute e qualità della vita del cittadino. La prevenzione alimentare può essere garantita solo attraverso conoscenze scientifiche solide e scevre da interessi di parte. Non a caso l'Europa, nonostante la crisi, sta mettendo risorse proprio sulla tematica dell’alimentazione e prevenzione delle malattie croniche. Per la sua identità storica, per le sue ricerche svolte nell’ambito di progetti nazionali, e internazionali e l’attuale partecipazione a tre reti di eccellenza Europee, l'INRAN è uno degli Enti di riferimento per questa attività internazionale, dalle benefiche ricadute anche per la salute dei cittadini italiani.

La ricerca in nutrizione deve essere pubblica, perché solo il finanziamento pubblico, nazionale e internazionale, permette di non dover rispondere a logiche produttive o di interesse particolare.

Proprio nel Paese della Dieta mediterranea, si mette in discussione l’utilità dell’INRAN, nonostante sia nota a tanti la sua attività nelle scuole per educare i bambini ai principi e all’importanza di un’alimentazione equilibrata e nella popolazione generale per ricondurre gli adulti ad uno stile di vita più corretto. Le conoscenze scientifiche in ambito nutrizionale costituiscono una risorsa immateriale per l’Italia, uno dei beni comuni da proteggere. La ricerca va resa più efficace; ma tagliarla per risparmiare nell’immediato, non solo sarebbe eticamente inaccettabile, ma addirittura fallimentare in termini economici per l’aggravarsi della spesa sanitaria nel medio termine.


Per ulteriori informazioni sull’INRAN e le sue attività
http://www.inran.it/ 
http://sapermangiare.mobi/



Comunicato stampa predisposto il giorno 5 giugno 2012 dall'assemblea del personale dell'INRAN sede di Roma. Per richieste di interviste inviare una mail a: assemblea.inranroma@gmail.com