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"Se ho potuto vedere più lontano degli altri... è perché sono salito sulle spalle dei giganti".

Isaac Newton




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martedì 20 maggio 2014

L’Expo coi soldi dei precari della PA


SEGNALIAMO UNA NOTIZIA IMPORTANTE PER TUTTI NOI:

"In arrivo 25 milioni per il comune di Milano che deve organizzare Expo2015. 
I soldi arrivano da un corrispettivo taglio ai fondi per la stabilizzazione dei precari della pubblica amministrazione, nel Decreto Casa" (tg5)

Chissà se riusciremo mai a parlare di Ricerca senza dover denunciare tagli e riduzioni di risorse... Cambiamo verso?
Eppure il Ministro Madia ci sembra di un'altra opinione...





IL MANIFESTO  Antonio Sciotto, 16.5.2014
L’Expo coi soldi dei precari della PA
Decreto casa. Fondi a Milano dalle stabilizzazioni del pubblico impiego. Caos alla Camera, poi la fiducia. La denuncia M5S: questa legge toglie diritti agli inquilini, addio edilizia popolare

C'è una norma, ben nasco­sta nel Decreto casa, che dà un po’ il segno dell’attenzione del governo Renzi per i pre­cari: all’articolo 13, si sta­bi­li­sce infatti che i fondi per le sta­bi­liz­za­zioni del pub­blico impiego rima­sti da vec­chie finan­zia­rie (del 2005, 2006 e 2007, ma che ancora pote­vano essere utili), ver­ranno girati al Comune di Milano per la rea­liz­za­zione dell’Expo 2015. Dove peral­tro, va ricor­dato, buona parte del lavoro sarà a ter­mine o con «con­trat­tini» tutt’altro che stabili.
Il decreto, voluto dal mini­stro Ncd Mau­ri­zio Lupi, e più volte rima­neg­giato alle camere, ieri ha ali­men­tato il caos a Mon­te­ci­to­rio, visto che per tre volte è man­cato il numero legale per una sospen­sione del dibat­tito chie­sta dal Pd, a causa delle assenze della stessa mag­gio­ranza. Il decreto scade il 27 mag­gio, quindi in serata il governo ha posto la fidu­cia, che verrà votata lunedì, con­clu­dendo martedì.
E così Lupi – di un par­tito molto attento alle forze dell’ordine quale è l’Ncd – non farà man­care i soldi solo alle sta­bi­liz­za­zioni degli enti di ricerca, agen­zie fiscali e vigili del fuoco, ma per­fino ai cara­bi­nieri. L’elenco delle voci «defrau­date» dei 25 milioni di euro a favore dell’Expo è lungo, e coin­volge tanti pre­cari che avreb­bero potuto avere final­mente un destino di sta­bi­lità: tra que­ste, appunto, la «col­lo­ca­zione in sopran­nu­mero del per­so­nale sta­bi­liz­zato dell’Arma dei cara­bi­nieri» e la «pre­di­spo­si­zione da parte delle pub­bli­che ammi­ni­stra­zioni dei piani trien­nali per la pro­gres­siva sta­bi­liz­za­zione del per­so­nale pre­ca­rio non dirigenziale».

IL MESSAGERO

I precari Bisogna «superare la patologia del precariato nella pubblica amministrazione» dice Marianna Madia. «Abbiamo numeri inquietanti e vergognosi del precariato» ha aggiunto commentando che ciò «è poco etico». «È urgente bandire nuovi concorsi per valutare i risultati, le credenziali e i numeri di chi nel pubblico impiego vive un rapporto di lavoro precario. Perché la precarietà nella burocrazia è una patologia che deve essere superata». Il 23 maggio, ha inoltre riferito Madia, «scade il termine entro cui le amministrazioni devono comunicarci il numero dei vincitori di concorso: questi saranno i primi ad avere un posto garantito, ma è urgente rifare nuovi concorsi e prevedere punteggi per chi ha alle spalle svaariati anni di lavoro come precario nella Pa». Il ministro ha anche ribadito la necessità di «sbloccare al amssimo il turn over».

lunedì 12 maggio 2014

EXPO 2015: la ricerca ITALIANA sulla NUTRIZIONE tagliata fuori.

L'INRAN ISOLATO DAL CRA 

Le polemiche e gli scandali sull’EXPO impazzano. Tutti, giustamente, si indignano per l’ennesima ondata di tangenti e corruzioni scoperte nell’ambito di una manifestazione importantissima per il Nostro Paese.
Questo è un piccolo Blog che si occupa di ricerca e come ogni post di questo Blog proveremo a restare sul punto. Così, a proposito dell’EXPO 2015, che ha scelto come tema centrale quello dell’Alimentazione e della Nutrizione,  abbiamo deciso di raccontarvi la Storia dell’Inran che "dice" molto delle incoerenze del nostro paese.


Expo Milano 2015  è un’Esposizione Universale con caratteristiche assolutamente inedite e innovative. Non solo una rassegna espositiva, ma anche un processo partecipativo che intende coinvolgere attivamente numerosi soggetti attorno a un tema decisivo: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita. Un evento unico che incarna un nuovo concept di Expo: tematico, sostenibile, tecnologico e incentrato sul visitatore.
Un viaggio attraverso i sapori. I visitatori, coinvolti in prima persona in percorsi tematici e approfondimenti sul complesso mondo dell’alimentazione, hanno l’opportunità di compiere un vero e proprio viaggio intorno al mondo attraverso i sapori e le tradizioni dei popoli della Terra.
Expo Milano 2015 sarà la prima Esposizione della storia a essere ricordata non solo per i manufatti realizzati ma soprattutto per il contributo al dibattito e all’educazione sull’alimentazione, sul cibo, sulle risorse a livello planetario.

Ecco, nel nostro paese, l’Ente di Ricerca che si occupa da sempre di Nutrizione ed educazione alimentare era (ed è) l’INRAN..


Sapete cosa sta succedendo?
- Che l’Inran è stato soppresso NEL 2012 e accorpato al CRA nel 2013,
- che i precari sono stati espulsi e la ricerca è stata bloccata per molto tempo,
- che l’INRAN rischia di diventare un’AGENZIA GOVERNATIVA
- che la ricerca sulla Nutrizione è stata isolata all'interno del CRA
- che l’INRAN NON AVRA’ il RUOLO che avrebbe meritato in seno all’Expo.


REPORT SULLO STATO DELL'ARTE DEL CRA-NUT (ex-INN, ex-INRAN)
Sintesi cronologica e situazione attuale (Maggio 2014)

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mercoledì 7 maggio 2014

RIFORMA PA, Accorpamento Enti di Ricerca: Ministro Giannini

Note #RRP:

1.Quindi abbiamo ragione sul Numero degli EPR!
2. Finalmente si dice la verità: non tutti gli EPR sono vigilati dal MIUR
3. l'ACCORPAMENTO salta nella Riforma PA? Si prevede un DDL ad hoc?
4. Parliamo di riforma della Governance e assicuriamo Risorse?
5. Eventuali accorpamenti produrranno tagli alle Piante Organiche?
6. La Comunità Scientifica sarà coinvolta?

Fonte: Il Secolo XIX
Accorpamento enti di ricerca
Roma- Razionalizzazione sì, ma non sotto la spada di Damocle dei tagli alla spesa: la ministra dell’Istruzione Stefania Giannini conferma il piano del governo per gli enti di ricerca, rivendicandone però l’obiettivo ultimo, ovvero piano strategico per il comparto. E, soprattutto, avocando a sé la competenza sulle scelte.
In che cosa consiste questo piano? 

«L’intenzione del governo è di razionalizzare e aggregare i 22 enti, di cui circa una dozzina sotto il controllo del Miur. E’ prima di tutto il mondo della ricerca a chiederlo. E’ chiaro, però, che qualsiasi decisione va presa con il bisturi. Anzi, con il laser. L’ho detto chiaramente in consiglio dei ministri: il settore della ricerca ha obiettivi verificabili nel lungo periodo, e non quantificabili solamente con i parametri dei costi e dei ricavi. Ci sono specificità che devono essere considerate. E per questo, il riordino degli enti non sarà inserito nel decreto sulla pubblica amministrazione, ma in un altro provvedimento, ancora tutto da progettare».

Qual è la sua idea? 

«I modelli da cui attingere sono diversi. Quello italiano prevede strutture diverse, ognuna con la sua missione, alcuni dipendenti dal mio ministero, altri da differenti dicasteri che con coi condividono gli obiettivi. Ho però spiegato al presidente del Consiglio Matteo Renzi che con una struttura così è difficile passare a una visione strategica della ricerca, che conta quanto un piano strategico per l’industria, in un Paese evoluto. Un altro modello possibile è la costituzione di un’agenzia unica nazionale. Anche in questo caso, però, ci sono delle controindicazioni: dare la stessa copertura gestionale a enti che hanno obiettivi diversi, non è detto risolva i problemi. Il Cnr, per esempio, fa ricerca ma anche molto trasferimento tecnologico, mentre l’Agenzia spaziale è già un’agenzia a tutti gli effetti, che non fa ricerca di base, come invece accade all’Istituto nazionale di fisica nucleare. Io penserei, piuttosto a creare delle aggregazioni sulla base di attività svolte e missioni omogenee.Resta il problema delle risorse».
Così si risparmia davvero? <<Mi rifiuto di ragionare in termini di minor spesa, semmai parlerei di soluzioni ad alta valenza strategica. Le faccio un esempio: per fare ricerca oggi, c’è un continuo scambio con l’estero, ed è chiaro che applicare a un contesto del genere le regole della pubblica amministrazione, non è il massimo. Servono invece flessibilità e rapidità nell'assunzione delle decisioni. Anche se, ovviamente, se ci sono degli sprechi, vanno eliminati».

martedì 6 maggio 2014

INGV, +200 IN PIANTA ORGANICA

Ieri, 5 maggio, il Gabinetto del MIUR ha inviato al Presidente dell’INGV, Prof. Stefano Gresta, il Decreto Ministeriale attuativo della L. 128/2013,  Art. 24, articolo fortemente voluto dell’ex Ministro Maria Chiara Carrozza.
Il D.M. autorizza l’aumento della dotazione organica per l’INGV di 200 posti in 5 anni e l’avvio delle procedure di immissione in ruolo del personale precario.
Questo passaggio segna la fine di 7 anni e 6 mesi di attesa, da quando l’INGV nel 2008 è rimasto l’unico Ente Pubblico a non aver usufruito del processo di stabilizzazione voluto dal governo Prodi per far fronte al dilagante problema del precariato.
Ora i lavoratori INGV, ed in particolare il “precariato storico”, possono guardare al futuro con una nuova prospettiva. E questo è un bene per tutti, perché la preparazione scientifica delle persone coinvolte e il loro impegno costituisce una risorsa fondamentale per la tutela del territorio e per il prestigio scientifico dell’Italia nel mondo.
Cinque anni per completare questo percorso non sono pochi, ma è comunque un buon inizio.
E’ stata, la nostra, un’attesa lunga, snervante e carica di senso di impotenza di fronte al prolungarsi di una situazione ingiustificabile, non solo dal punto di vista dei lavoratori precari, ma da quello dell’investimento fatto per la loro formazione e per la tutela del territorio. L’INGV è punta di diamante al livello mondiale nell’ambito delle scienze della Terra e questo grazie, principalmente, alla produttività e all’entusiasmo del personale non di ruolo, da quasi vent’anni.
Non è questo il momento dei ringraziamenti, ma il personale a tempo determinato INGV sa chi sono stati i promotori di questa iniziativa e ne renderà merito, così come l’Art. 24 della L. 128/2013 rende merito del loro costante impegno per il Paese.

sabato 3 maggio 2014

Appello ai followers di questo Blog!

Carissimi amici,
ormai da 4 anni questo blog tenta di raccontare le vicissitudini del mondo degli Enti Pubblici di Ricerca.

Dietro questo blog lavora una rete di persone che comunica anche attraverso una mailing list. Molte informazioni circolano nella mailing list a cui partecipano lavoratori di tutti gli Enti Pubblici di Ricerca.

In vista della riforma che ci aspetta, che ci preoccupa, ma che vogliamo cogliere come un'opportunità di confronto, chiediamo a tutti i nostri lettori (anche alla comunità che ci legge dagli Stati Uniti e dalla Germania) di partecipare al dibattito interno alla Rete Ricerca Pubblica in vista della mail che scriveremo a rivoluzione@governo.it.

Scrivendo a retericercapubblica@gmail.com vi inseriremo nella mailing list, oppure usando il "modulo di contatto" qui a destra.

In attesa delle vostre storie, delle vostre proposte e delle vostre preoccupazioni.


Rete Ricerca Pubblica.

venerdì 2 maggio 2014

RIFORMA PA: accorpamento 20 EPR e Poli d'eccellenza (II°post)


Visto che il Premier spiega che verranno aggregati gli "oltre venti enti di ricerca che svolgono funzioni simili, per dare vita a poli di eccellenza", proviamo a rettificare una prima inesattezza (LEGGI IL PRIMO POST):

  1. gli EPR sono 20 in totale, non in parte, quindi non è possibile facciano cose simili.
  2. Prima del 2010 erano più di 26,nel frattempo ne è stato soppresso un numero considerevole. 
  3. Gli Epr soppressi e/o accorpati sono tutti EPR NON VIGILATI DAL MIUR
  4. E' in corso un processo di "Agenzificazione" di tutti gli EPR NON Vigilati dal Miur (Enti che si occupano di materie molto sensibili per la politica: salute, sicurezza, lavoro, alimentazione..)
  5. Visto che neanche l'Istat riesce più a tenere sotto controllo l'elenco degli EPR e ci manca il dato nazionale sui finanziamenti pubblici alla ricerca pubblica extra universitaria, pubblichiamo la tabella dei 20 enti pubblici di ricerca superstiti.
  6. Ricordiamo, inoltre, che questo punto della riforma è stato ripreso dalla Spending di Cottarelli.
  7. Siamo fiduciosi, perchè conosciamo le buone intenzioni del Ministro Madia rispetto al comparto.

giovedì 1 maggio 2014

RIFORMA PA: accorpamento 20 EPR e Poli d'eccellenza

La Notizia da Repubblica.it:


Enti. Renzi spiega ancora che verranno aggregati gli "oltre venti enti di ricerca che svolgono funzioni simili, per dare vita a poli di eccellenza". Nel progetto del governo c'è l'intenzione di riorganizzare le Authority, con l'obiettivo di sopprimere la Covip, che vigila i fondi pensione, con le competenze che passeranno a Bankitalia. Aci, Pra e Motorizzazione civile verranno accorpati e le cinque scuole dell'amministrazione diverranno una. Anche per le Sovrintendenze è previsto uno snellimento, mentre le Prefetture verranno ridotte a un massimo di quaranta. Nel complesso, il governo vuole "una riorganizzazione della presenza dello Stato sul territorio: perchè la Ragioneria generale dello Stato deve avere una sede in tutte le province?", ha aggiunto Renzi. Il presidente parla poi di "gestione manageriale del polo museale" italiano come uno degli obiettivi da perseguire e ancora di riorganizzazione delle Capitanerie di porto.

Le Reazioni Ansa.it:


La riorganizzazione degli enti di ricerca annunciata dal presidente del Consiglio è un passo necessario che sarebbe auspicabile fosse fatto con accorpamenti per 'competenze'. E' quanto sostengono i presidenti dei maggiori enti pubblici. C'è apertura, quindi, verso quella che Renzi ha annunciato come "una rivoluzione pazzesca" e che prevede la 'riorganizzazione strategica della ricerca pubblica, aggregando 20 enti che svolgono funzioni simili''. Per il presidente del Consiglio nazionale delle Ricerche (Cnr), Luigi Nicolais, ''gli enti pubblici hanno bisogno di una riorganizzazione, così come tutto il settore della ricerca pubblica deve essere considerato un comparto a parte''. 

E' comunque difficile, osserva, dare un giudizio globale sulla base di una dichiarazione così sintetica. Ad esempio, bisognerebbe chiarire come potrebbe avvenire l'accorpamento dei 20 enti citati da Renzi, che comprendono i 12 che dipendono dal ministero per l'Istruzione, l'università e la ricerca, più otto che dipendono da almeno altri 6 ministeri, come Agricoltura, Sviluppo economico, Salute, Ambiente. ''Più che ad un accorpamento di tutti e 20 gli enti, che hanno la loro identità e non possono essere messi tutti insieme, penso all'accorpamento di enti vicini per competenze''. Da distinguere dall'accorpamento è poi l'idea di un'Agenzia di finanziamento della ricerca, della quale si è parlato più volte in passato: ''spero che Renzi voglia prendere in considerazione anche questa idea, considerando che i ministeri non hanno la capacità di essere rapidi nelle erogazioni''. 
Anche per il presidente dell'Istituto nazionale di astrofisica (Inaf), Giovanni Bignami, l'accorpamento dei 20 enti potrebbe essere inteso come ''verificare le contiguità e le sinergie esistenti fra i 20 enti pubblici di ricerca e procedere di conseguenza a degli accorpamenti''. Gli effetti, per Bignami, potrebbero essere ''positivi sia sulla crescita culturale sia sull'operatività, con un evidente risparmio economico e nel rispetto dei lavoratori della ricerca e migliorandone le condizioni''. Apertura anche da parte del presidente dell'Istituto nazionale di Fisica Nucleare (Infn), Fernando Ferroni, per il quale senza dubbio ''l'attuale sistema ricerca è imperfetto e non si può lasciare così com'è. Vedremo se è possibile perfezionarlo: ci sarà tutto il tempo per discutere un disegno di legge''. 

Noi scriveremo a rivoluzione@governo.it e

 chiederemo un incontro al MINISTRO MADIA.




Le Proposte #RRP


La Ricerca Pubblica italiana ha bisogno di un urgente rilancio complessivo da effettuare nell’ambito di una grande riforma della Governance del Sistema degli EPR, da studiare attentamente e in modo partecipato, che vada oltre misure di “Riordino” troppo spesso risultate fallimentari e inapplicate. Nella speranza di poter contribuire a questo processo, si propongono di seguito alcune soluzioni possibili.

“3 per 3”
OBIETTIVO 3% (/PIL)
PREREQUISITO fondamentale del rilancio della ricerca pubblica  è l’aumento del FO (Fondo Ordinario) per tutti gli EPR: è assolutamente imprescindibile che le Risorse economiche e finanziarie previste per il Sistema della Ricerca siano rese adeguate a coprire i costi e gli investimenti necessari in termini di risorse umane e materiali. Imprescindibile raggiungere il livelli di investimento minimi previsti dall'Europa e superare la diffusa precarietà presente nel comparto. Insieme all’adeguamento delle risorse, raggiungibile grazia ad un cambio di segno della Spesa in Ricerca, che andrebbe annoverata negli investimenti e non nelle spese della PA, si propongono tre azioni contemporanee e parallele:

1. STATUTO SPECIALE EPR
L’istituzione di uno “statuto speciale” per il comparto della RICERCA PUBBLICA rispetto al resto della PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. Questo permetterebbe di: sbloccare il Turn Over, modificare i meccanismi di finanziamento e di accesso ai progetti speciali, avviare un processo di sburocratizzazione degli enti, puntare su una maggiore flessibilità degli Epr nel rapportarsi a Università e Imprese. Tale statuto speciale dovrebbe essere la cornice all’interno della quale avviare, anche, un processo di democratizzazione della gestione del “potere” nella Ricerca Pubblica, slegando l’individuazione dei vertici, dei CDA e dei dirigenti da meccanismi gerarchici, di anzianità e politici.

Inoltre, lo sblocco del Turn Over consentirebbe ai precari della ricerca di accedere a stabilizzazioni legate al merito, slegando i dipendenti degli EPR dai vincoli di bilancio che oggi tengono precari 10.000 lavoratori degli EPR. Basterebbe applicare anche in Italia, come in Europa e nel Mondo, la Tenure Track, già prevista dal nostro ordinamento. Infine questo passaggio dovrebbe prevedere lo sblocco, se non il superamento, del meccanismo delle Piante Organiche, assolutamente inadatto ad una programmazione flessibile e complessa come è quella della Ricerca negli EPR. Le Piante Organiche ingessano gli Enti, riducendone la competitività sul piano internazionale, aprendo spazi per sotto-inquadramenti dei lavoratori e impedendo percorsi di carriera legati al merito.
E’ necessario che gli EPR non vengano trattati come Ministeri e venga rispettata la loro natura di produttori di innovazione e ricerca, agevolando l’utilizzo di strumenti di valorizzazione del merito già esistenti come la Tenure-track. E’ assolutamente necessario che l’istituzione di uno “statuto speciale” per il comparto permetta alla ricerca di essere un laboratorio di esperienze e procedure innovative unicamente legate al merito e all'efficienza.

  
2. RIFORMA DELLA GOVERNANCE 
E’ necessario l’avvio di un ampio processo di riforma della Governance del Sistema degli EPR, condiviso da tutti i soggetti coinvolti (vertici degli enti, parti sociali, comunità scientifica, ministeri vigilanti, associazioni di ricercatori) in grado di superare l’attuale differenza di norme e trattamenti fra enti vigilati dal Miur ed enti vigilati da altri Ministeri.
In questo quadro si ritiene assolutamente necessaria l’Adozione SOSTANZIALE e non formale della Carta Europea dei Ricercatori in tutto il Sistema degli EPR ITALIANI,  l’immediata istituzione di un gruppo di lavoro partecipato presso le Commissioni Parlamentari deputate che studi una proposta di riforma della Governance per affrontare il tema della Regia unica senza rischiare ulteriori accentramenti di potere nelle mani del Governo.

E’ necessario superare la frammentazione esistente, il sistema delle vigilanze incrociate e multiple e supportare un ampio processo di coordinamento, integrazione e cooperazione fra enti di ricerca, università, imprese e Ministeri vigilanti, individuando la migliore strategia per una governance unica e/o trasversale di tutti gli enti di ricerca del paese, dotando il sistema di una programmazione pluriennale in grado di sostenere il rilancio, l’innovazione e la crescita del paese.

Rispetto a questo punto è necessario aprire un dibattito serio, che si sta svolgendo anche in Europa, su come superare la distinzione, ormai datata,  fra Ricerca di Base e Ricerca Applicata che vede nel Modello NIS (National Innovation System) la necessità di creare sistemi di innovazione complessi  ed integrati in cui Università, Enti di Ricerca e Imprese concorrano all’innovazione e allo Sviluppo del paese.
Il Modello cosiddetto “a tre gobbe” è stato superato dalla Scienza prima di tutto, l’interdisciplinarietà produce innovazione solo se viene garantita l’autonomia  della Comunità Scientifica. In Francia, in Germania e in Olanda questi temi sono affrontati da anni, nel nostro Paese siamo ancora arroccati su vecchi modelli che non possono funzionare. Gli EPR come l’ISS, l’ISPRA e l’INGV pur dovendo comunicare costantemente fra di loro per la tutela del nostro territorio sono vigilati da tre Ministeri differenti, solo per fare un esempio. 


3. ORGANO DI GARANZIA DELL’AUTONOMIA
l’Istituzione di organi di garanzia e tutela rispetto all'autonomia, la terzietà e l’indipendenza  delle attività di ricerca degli EPR. Tale/i soggetto/i dovranno garantire autonomia e indipendenza scientifica dalla Politica, dal Governo e dai Ministeri vigilanti, i quali, al di là della definizione di indirizzi e priorità strategici, legati all'interesse nazionale e di normative di valutazione che rispettino i criteri della comunità scientifica internazionale, non devono condizionarne le metodologie, le procedure e i risultati;
Si ritiene sia assolutamente necessario l’istituzione (magari transitoria) di un soggetto terzo  in grado di tutelare l’autonomia della ricerca scientifica anche rispetto a “tagli e soppressioni” di enti,  un soggetto istituzionale autonomo e terzo in grado di impedire soppressioni sospette e accorpamenti che potrebbero andare a discapito della società civile, un soggetto terzo rispetto al governo che risponda agli art.9 e 33 della Costituzione.



In sintesi, per il rilancio del Sistema, si propone l’integrazione dei fondi ordinari di tutti gli EPR fino a rendere i bilanci autonomi rispetto a fondi extra-istituzionali, riducendo le aree di precarietà dei collaboratori degli Enti e raggiungendo i parametri europei rispetto all'investimento in Ricerca e Sviluppo.
E parallelamente:

1   1.  L’istituzione di uno “statuto speciale” per il comparto della Ricerca Pubblica rispetto al resto della PA (in termini di contrattazione collettiva e percorsi di carriera).

2   2. L’implementazione di una riforma della  governance di tutti gli EPR che stabilisca pari trattamento di tutti gli EPR rispetto alle politiche pubbliche per il comparto, agli investimenti nazionali ed europei, alle amministrazioni centrali, all'Europa e alle opportunità per i ricercatori, i tecnici e gli amministrativi. E che consenta una programmazione unitaria del comparto.

3 3. L’Istituzione di organi di garanzia e tutela rispetto all'autonomia, la terzietà e l’indipendenza  delle attività di ricerca degli EPR.

QUESTIONI URGENTISSIME

PUNTI D'INTERESSE RISPETTO ALLE PRATICHE E ALLE TENTAZIONI CIRCOLANTI

- E' NECESSARIO mantenere e tutelare il forte e necessario legame fra Ricerca di base, Ricerca applicata e Assistenza Tecnico-scientifica negli EPR, in quest'ottica la Rete Ricerca Pubblica ritiene assolutamente lesive dell'autonomia scientifica delle attività di ricerca qualsivoglia ipotesi di trasformazione in AGENZIE di alcuni enti di ricerca NON vigilati dal MIUR (ISFOL, ISPRA)

- E' NECESSARIO ridiscutere lo strumento del commissariamento negli EPR,limitandone la durata ed evitando che si trasformi in uno strumento di immobilismo per le attività degli enti in cui si è resa necessaria per ragioni esterne alla produzione scientifica.

-E’ necessario prevedere urgentissime misure rispetto alla situazione degli ASSEGNISTI DI RICERCA, che rischiano l’espulsione dopo decenni di lavoro subordinato camuffato a causa della Riforma Gelmini, prevedendo procedure di assorbimento di queste risorse al più presto.

Si segnala l’urgenza massima rispetto a quest’ultimo punto, gli Assegnisti non rientrano nel “bacino” dei Precari degli EPR perché la formula dell’Assegno non corrisponde ad un “contratto di lavoro” ma ad un periodo di formazione. Tale strumento è stato abusato fino a creare eserciti INVISIBILI di precari che rischiano di essere espulsi a breve.