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Isaac Newton




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giovedì 3 luglio 2014

Affare Enti di Ricerca (Senato): schema di Risoluzione proposto

Riportiamo di seguito il resoconto sommario della seduta di ieri in cui il Senatore Bocchino ha presentato alla Commissione VII lo schema di risoluzione dell'Affare Enti di Ricerca. 
Seguirà nei prossimi giorni l'esame della Commissione, l'approvazione del testo definitivo è prevista per Martedì prossimo. Lo schema di risoluzione proposto dal Relatore accoglie (e rielabora) moltissime delle istanze e delle proposte presentate in sede di audizione dai vari soggetti interpellati (compresi noi). 

Non possiamo non accogliere con entusiasmo il coraggio dell'impianto complessivo assolutamente coerente con tutte le battaglie che Rete Ricerca Pubblica porta avanti da 4 anni e che aveva ribadito anche nella Lettera al Ministro Madia:

  • il varo di un piano pluriennale di rifinanziamento pubblico in ricerca e sviluppo con l’obiettivo di passare dall’attuale 0,52 per cento allo 0,7 per cento nel 2020 (circa 3 miliardi di euro in 7 anni), definendo allo stesso tempo, nell’ambito del Documento di economia e finanza (DEF), gli indirizzi e le priorità strategiche per gli interventi a favore della ricerca scientifica e tecnologica ed il quadro delle risorse finanziarie complessive (quelle già attivate e da attivare), e assicurando il coordinamento con le altre politiche nazionali (punto 1);
  • il superamento della frammentazione e della distinzione fra Epr Vigilati dal Miur ed Epr vigilati da altri Ministeri e il rispetto dell'autonomia degli EPR dalla politica;
  • lo "statuto speciale" rispetto al resto della PA (punto 11 dello schema), 
  • il sostegno all'uso della tenure-track, il suggerimento di superare il meccanismo delle piante organiche e sblocco del turnover (punto 6)
Tutti tasselli di quella riforma della Governance complessiva che chiediamo da anni e che nel testo è stata delineata al punto 10, "al fine di definire una politica unitaria della ricerca che sia realmente coordinata con le altre politiche nazionali, una governance del sistema della ricerca al livello della Presidenza del Consiglio che superi la distinzione fra EPR vigilati dal MIUR e quelli vigilati da altri Ministeri, nonché la distinzione artificiale fra EPR che svolgono attività di servizio ed EPR che svolgono attività di ricerca cosiddetta non strumentale, sancendo invece per tutti gli EPR la doppia natura di ente di ricerca, terzo ed indipendente, e la natura strumentale relativamente ad alcuni obiettivi che appartengono alla mission dei diversi Ministeri a vario titolo interessati o correlati con specifici enti. Tale governance unitaria, che deve comprendere anche la ricerca universitaria e quella privata, si deve realizzare attraverso tre livelli" con la previsione dell'istituzione di:
  • un comitato interministeriale presso la presidenza del consiglio
  • una consulta della ricerca
  • un'Agenzia Nazionale della ricerca (ANR)

Legislatura 17ª - 7ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 104 del 01/07/2014 AFFARI ASSEGNATI 

Enti pubblici di ricerca (n. 235)
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti di cui all'articolo 50, comma 2, del Regolamento e rinvio)

Prosegue l'esame, sospeso nella seduta del 24 giugno.
 Il presidente relatore BOCCHINO (Misto-ILCdà conto di uno schema di risoluzione, pubblicato in allegato, su cui sollecita la più ampia riflessione da parte di tutti i Commissari. Nel riconoscere la complessità del tema affrontato, fa presente che una parte dello schema di risoluzione dà conto delle audizioni e del dibattito svolto.
Rammenta altresì che, d'intesa col presidente Marcucci, si era convenuto di procedere alla votazione la settimana prossima, onde lasciare ampi margini di approfondimento a tutti i Commissari. Segnala tuttavia che il ministro Stefania Giannini è orientata a riformare il settore in tempi brevi e che occorre quindi concludere con sollecitudine la procedura affinché ella possa tenerne nel debito conto gli esiti, così come del resto si è impegnata a fare.
Egli si sofferma indi sugli aspetti a suo avviso più rilevanti della bozza di risoluzione, concernenti gli impegni rivolti al Governo, che definisce coraggiosi dal punto di vista sia finanziario che delle prospettive di riforma, ricordando peraltro che la procedura si focalizzava su cinque ambiti tematici su cui si sono espressi tutti gli auditi.
Con riferimento al sistema di finanziamento, sottolinea la necessità di prevedere un piano straordinario di finanziamento del settore pubblico di ricerca per allinearsi anche agli obiettivi di Horizon 2020, incrementando le risorse di circa 400 milioni di euro all'anno per un settennio, con uno sforzo a suo avviso impegnativo ma fondamentale. In proposito ritiene altresì prioritario superare la fase di programmazione annuale per giungere ad una programmazione triennale, allineata ai principali documenti programmatici fra cui il Piano nazionale della ricerca. Solo in tal modo a suo avviso può essere garantita agli enti la stabilità delle loro attività.
In merito allo stato giuridico dei ricercatori, ritiene imprescindibile la definizione di uno status specifico, dichiarando poi di aver accolto i suggerimenti secondo cui l'estrema sindacalizzazione di tutti gli aspetti della professione non rappresenta necessariamente una posizione positiva, tenuto conto che attualmente la figura del ricercatore è soggetta a contrattazione.
Quanto alla creazione di un Sistema nazionale della ricerca, giudica necessario superare la frammentarietà ora esistente fra i diversi enti e centralizzare gli indirizzi strategici in capo alla Presidenza del Consiglio dei ministri, affiancata da un Comitato interministeriale per la ricerca per la definizione delle linee generali. A ciò dovrebbe peraltro aggiungersi una struttura tecnica cui affidare compiti di vigilanza e coordinamento nonché una vera e propria Agenzia che gestisca i finanziamenti, in raccordo con le best practices europee e internazionali. Nel richiamare positivamente il modello rappresentato dallo European Research Council (ERC), sottolinea che la predetta Agenzia dovrebbe essere un organo indipendente e autonomo e assicurare la distribuzione dei finanziamenti su base meritocratica.
Un altro aspetto di rilievo, prosegue il Presidente relatore, è lo scorporo degli enti pubblici di ricerca dalla Pubblica amministrazione come richiesto a più riprese da pressocché tutti gli enti. Afferma infatti che essi dovrebbero godere di uno statuto speciale e di regole più snelle rispetto al comparto pubblico, altrimenti ne viene lesa l'autonomia.
Circa la valutazione, precisa di aver recepito i commenti dei rappresentanti degli enti secondo cui la valutazione della qualità della ricerca (VQR) condotta dall'ANVUR non è del tutto ottimale in quanto non prende in considerazione l'attività strumentale e di servizi. Sollecita perciò una revisione di tale meccanismo valutativo proprio per tener conto in larga parte anche di tali segmenti di attività svolta dagli istituti di ricerca.
In conclusione, si dichiara disponibile a recepire i suggerimenti che emergeranno in questa fase, auspicando che si possa giungere ad una approvazione condivisa già il prossimo martedì.

            Il seguito dell'esame è rinviato.

       

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