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"Se ho potuto vedere più lontano degli altri... è perché sono salito sulle spalle dei giganti".

Isaac Newton




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giovedì 27 settembre 2012

SCIOPERO DELLA RICERCA PUBBLICA


Il 28 settembre 2012 sciopero di Università, Ricerca e AFAM

Manifestazione nazionale a Roma 

con corteo da Piazza Esedra alle ore 9.00

Il 28 settembre 2012 sarà il giorno dello sciopero dei lavoratori pubblici, indetto dai sindacati di categoria della CGIL e della UIL, con la sola esclusione del comparto scuola che sciopererà il 12 ottobre.
Tante le ragioni dei lavoratori pubblici per scendere in Piazza e manifestare a Roma, con un corteo che partirà la mattina da Piazza Esedra.
I tagli operati dal Governo Monti con la cosiddetta spending review rischiano di completare tristemente e definitivamente il tracollo dei settori della conoscenza.
Tagli agli organici, ai finanziamenti, soppressioni di Enti, aumento delle tasse universitarie… ancora una volta la ricerca, l'istruzione, l'alta formazione vengono viste non come motori di sviluppo per il Paese, ma come zavorra da tagliare.

Un'idea classista della conoscenza, appannaggio di pochi e subordinata alle scelte dei potentati economici, un'idea in continuità con il pensiero brunettiano del dipendente pubblico fannullone e improduttivo che sta portando l'Italia indietro di parecchi decenni.
Sempre più si stanno minando le potenzialità di sviluppo del Paese per colpire i lavoratori lasciando intatte le sacche di privilegio.
  • Per riaffermare il diritto allo studio, rivendicare adeguati investimenti, difendere il principio dell'autonomia scientifica ed organizzativa,
  • per denunciare la perdita del potere d'acquisto dei salari con i rinnovi contrattuali diventati ormai una chimera,
  • per contrastare il taglio degli organici e difendere la dignità professionale dei lavoratori pubblici,
  • per dare prospettive occupazionali ai tanti precari pubblici che rischiano il licenziamento,
  • per superare il blocco del turn over,
  • per battere il piano di smantellamento degli Enti Pubblici di Ricerca,
per tutte queste ragioni la FLC CGIL invita tutti i lavoratori delle università, degli enti di ricerca e dell'alta formazione artistica e musicale a far sentire la propria voce, a scioperare ed a manifestare il giorno 28 settembre.

lunedì 24 settembre 2012

Lettera al Presidente della Repubblica


INRAN: UNA LAVORATRICE PRECARIA (DA 12 ANNI) SCRIVE...E NOI DIFFONDIAMO!

A Giorgio Napolitano
e Mario Monti

Sono una madre, sono una lavoratrice, sono una cittadina italiana ma sopra ogni cosa sono una persona.
Chiedo quindi il rispetto che è dovuto ad ogni essere umano.

Dal 7 luglio, data della pubblicazione della famosa spending review, l’Istituto di ricerca in cui lavoro da 12 anni è stato soppresso. Da 12 anni lavoro per l’INRAN con un contratto Co.Co.Pro. , già di per se cosa assurda, e il 31 dicembre verrò mandata a casa e, come me, tutti i precari del mio Ente. Non solo, attualmente noi tutti, dipendenti dell’INRAN, sia precari che di ruolo, non riceviamo lo stipendio e non c’è nessuno che abbia avuto la minima decenza di informarci delle motivazioni, dei tempi di attesa, di quale sarà il futuro prossimo. Nessuno sa niente, nessuno è responsabile di niente. Dall’ultimo colloquio che il Ministro del MIPAAF Catania, ministero che vigila sul mio Istituto, ha concesso ai sindacati è emerso che di questa situazione era all’oscuro, che nessuno all’interno del suo ministero aveva la minima idea di cosa stesse succedendo e che cercheranno di trovare qualche soluzione. Nel frattempo io non ricevo lo stipendio, continuo ad andare a lavorare e l’unica certezza che ho è che tra 3 mesi mi ritroverò senza lavoro. Non sono sufficientemente anziana da poter andare in pensione (quale pensione poi, visto che lo Stato italiano non mi ha mai fatto un contratto di lavoro reale ma mi ha sfruttato con il lavoro nero mascherato da contratto) e non sono più giovane da poter essere reinserita nel mondo del lavoro, nonostante la mia esperienza. 

Ma io esisto, esistono i miei diritti, cioè quello di vedermi riconosciuto lo stipendio e di poter lavorare, esistono i miei figli che hanno la strana abitudine di mangiare tutti i giorni.  Il diritto al mio stipendio è un
diritto costituzionale che non mi può essere tolto. Il dovere delle Amministrazioni di rispettare la legge italiana è un dovere al quale non si possono sottrarre. Non sono più disposta a tollerare ulteriormente questo
atteggiamento da parte delle Istituzioni preposte a risolvere il problema. 

Chiedo ed esigo che venga adottata una soluzione immediata che rispetti i miei diritti e sia in linea con la legge italiana. Mi stanno togliendo la salute, mi stanno togliendo il lavoro, mi stanno togliendo lo stipendio. Mi stanno togliendo il rispetto che mi è dovuto come essere umano. E io questo non lo posso proprio tollerare.


Micaela Gadler

giovedì 20 settembre 2012

LA NUOVA MODA DELLE AGENZIE


Siamo al tramonto dell'Autonomia Scientifica

(Di Alberto Civica) In un recente comunicato la UIL RUA ha espresso una posizione di netta critica alle esternazioni del Ministro Clini sul ruolo e funzione dell’ISPRA. Sempre su questo tema, altrettanto preoccupanti appaiono le dichiarazioni di falsa contrapposizione rilasciate dai deputati PD Onorevoli Mariani e Bratti. Secondo questi su l’ISPRA bisognerà misurare le “reali intenzioni del Ministro sulla nostra proposta di legge sulla riforma delle agenzie”, sulla quale “vi è un’ampia convergenza delle forze politiche”, tanto che tengono a precisare che il relatore della proposta è l’On. Tortoli del PDL. Sulle intenzioni di Clini potremmo già fare alcune previsioni e rassicurare Mariani e Bratti, ricordando che il Ministro si è già espresso da tempo in favore di una super agenzia dell’ambiente. Quindi, nella sostanza sono tutti d’accordo.

Sembra di poter dire che lo spettro dell’agenzia si aggira nella ricerca. In questi mesi tale modello ha trovato nel PD un nuovo attivissimo sostenitore, pronto promuovere fuori e dentro il Parlamento interventi tesi a ridefinire la natura dei singoli Enti Pubblici di Ricerca: ISFOL, ISPRA, INRAN, CRA, ENSE, INCA ed INEA. Da ultimo il Presidente del CNR Nicolais ha chiuso il cerchio, sostenendo la necessità di istituire una “meta agenzia attuatrice delle politiche pubbliche su ricerca e innovazione”. Insomma, per Nicolais la panacea di tutti i mali sta nella super - mega agenzia delle agenzie. Senza voler banalizzare la proposta, che avrà aspetti comunque degni di approfondimento, il primo dubbio riguarda il ruolo da attribuire al MIUR in questo schema.  

Al di là dei soliti richiami ad una maggiore efficienza e competitività, tanto generici quanto ovviamente condivisibili, in tema di ricerca sarebbe bene ricordare alcuni aspetti. Il più evidente è costituito dai continui tagli operati dai diversi Governi alle risorse finanziarie e riproposti anche da Monti: sembra paradossale che nella proposta del sistema delle agenzie non ricordi il processo di costante disinvestimento nella ricerca italiana ed i conseguenti effetti negativi in termini di organizzazione, attività e valorizzazione professionale.

Senza la previsione di risorse adeguate, appare fuorviante e paradossale discettare sull’inadeguatezza dell’attuale sistema e puntare tutto su una mera riforma degli ordinamenti. E’ del tutto evidente che la modifica della natura giuridica, da Enti ad Agenzie e super Agenzie, non possa di per sé migliorare le cose. In questo senso, il solito richiamo ad altre nazioni virtuose dovrebbe essere fatto con maggiore onestà intellettuale, ricordando anche il livello di finanziamento e non solo lo schema organizzativo.

Se termini e concetti hanno ancora un senso compiuto, va sottolineato infine che il modello delle agenzie rimanda ad un assetto in cui viene sacrificata l’autonomia degli Enti di Ricerca, a fronte di un maggior controllo del Governo e in ultima analisi della politica. Già da tempo assistiamo ad una occupazione dei vertici degli EPR da parte della politica, quella stessa che oggi ne invoca una sostanziale riforma. Manca quindi solo l’ultimo passo: istituzionalizzare tale controllo ed eliminare anche la parvenza del principio dell’autonomia della ricerca. Con buona pace di quanto previsto dalla Costituzione e degli inascoltati appelli del Presidente Napolitano.


Il Segretario Generale UIL RUA
Alberto Civica


martedì 18 settembre 2012

Soppressione INRAN: PROTESTE SOTTO IL MINISTERO

La Rete Ricerca Pubblica si unisce ai lavoratori dell'INRAN nella richiesta di risposte certe e velocissime.

Inran, frammenti di Grecia

Inran, i ricercatori senza stipendio ad agosto

06/09/2012 - Frammenti di Grecia per chi lavora nella pubblica amministrazione

(di Filippo Pala)

La crisi sta per finire, è dentro di noi, oppure, come dicevano i nostri governanti qualche mese fa, è solo “una percezione psicologica”? Il premier italiano Mario Monti, forse per incoraggiarsi da solo, dice quasi ogni giorno che noi non finiremo come la Grecia e che la situazione economica migliorerà presto. E’ possibile, ma uno dei segnali del crollo dei nostri vicini ellenici è stato proprio quando si è iniziato a non pagare più gli stipendi, perfino nella pubblica amministrazione, e a chiudere uffici ed enti che poco avevano per essere classificati come “inutili”.
QUELLO STIPENDIO CHE NON C’E’ - Segnali che con la spending review sono arrivati anche in Italia, come accusano i ricercatori dell’ormai ex Inran (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione), che si occupano di “studio degli alimenti e del loro ruolo nel mantenimento della salute e nella prevenzione del rischio di malattie correlate all’alimentazione” e non hanno ancora ricevuto lo stipendio del mese di agosto, senza nemmeno una prospettiva certa di quando questo accadrà. Un danno che si aggiunge alla beffa di essere già stati soppressi e accorpati al Cra (Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura) dalla recente spending review montiana, nonostante i loro studi finiscano spesso sulle pagine dei maggiori quotidiani perché di interesse per la collettività, come accaduto anche di recente: a luglio, i ricercatori avevano occupato la loro sede romana contro la soppressione, salvo poi sospendere quella forma di agitazione per le rassicurazioni dei vertici Cra sulle modalità di integrazione dei nuovi arrivati.
LA SORPRESA – Certo, non immaginavano che il primo atto di “integrazione” fosse il fulmine a ciel sereno del mancato pagamento, per tutti loro, dello stipendio agostano, oltretutto arrivato, come racconta un comunicato dell’assemblea dei ricercatori, “senza alcuna comunicazione preventiva da parte di chicchessia, creando conseguentemente notevoli disagi e problemi alle famiglie dei dipendenti, molte delle quali monoreddito”. Un problema che, stando agli ultimi incontri sindacali, non sembra nemmeno risolvibile in tempi brevi, tant’è che i lavoratori si sono rivolti al ministro vigilante, quello dell’agricoltura Mario Catania, perché trovi soluzione al problema con il “pagamento delle spettanze dovute a chi da anni ha contribuito al benessere dei cittadini Italiani, lavorando nella ricerca pubblica sugli Alimenti e la Nutrizione”.

SENZA REGOLE -
 Il vizio, secondo le giustificazioni “ufficiali” fornite dall’amministrazione del Cra ai lavoratori, starebbe nel decreto di accorpamento, in cui parla di trasferimento delle competenze ma non del personale, che quindi fino ai decreti attuativi resterebbe teoricamente in forza all’Inran, che però non esiste più, quindi in realtà i lavoratori si trovano in una “terra di nessuno”, che nega lo stipendio ai dipendenti e probabilmente la stessa prosecuzione del contratto ai tanti precari che si occupano di ricerca sulla nostra alimentazione.

lunedì 17 settembre 2012

INRAN: PRESIDIO E DIRETTA TV su RETE 4 "QUINTA COLONNA"

Questa sera i lavoratori dell'INRAN saranno 
in DIRETTA TV nell'ambito della TRASMISSIONE 

"Quinta Colonna" (Rete 4)


Lo Stato fa la spending review svuotando le tasche dei lavoratori dell’INRAN, cui da agosto non paga lo stipendio, senza alcun preavviso né successiva giustificazione ufficiale

“La nuova dieta del Mipaaf contro la crisi:
 niente stipendio all’INRAN”

Questa mattina e domani pomeriggio alle ore 15:00 Presidio di protesta sotto la sede Mipaaf 

Lo Stato fa la spending review svuotando le tasche dei lavoratori dell’INRAN, cui da agosto non paga lo stipendio, senza alcun preavviso né successiva giustificazione ufficiale.

E’ questa la paradossale situazione dell’ente vigilato dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, fondamentale punto di riferimento sulla ricerca in nutrizione, alimenti e salute, a tutela dei cittadini.
L’INRAN , dopo aver accorpato a partire dal 2010 l’Ense (Ente Nazionale Sementi Elette) e l’INCA (Istituto Nazionale Conserve Alimentari) , è stato nuovamente smembrato e soppresso nel luglio scorso- 
Le funzioni della parte INRAN sono state trasferite al CRA (sempre vigilato dal MiPAAF), l’ex Ense è stato accorpato all’Ente risi mentre l’ex INCA è stato definitivamente cancellato e i suoi dipendenti messi in mobilità. Da allora il personale assiste inerme al triste palleggiamento di responsabilità tra vertici vecchi e nuovi, sotto gli occhi e nel silenzio del Ministro Catania che ha voluto e firmato il provvedimento. 

UN'AGENZIA PER LA RICERCA (di Luigi Nicolais)

Il Fatto Quotidiano (Luigi Nicolais*) - 13 Settembre 2012 

PIAZZA GRANDE 

In questi tempi difficili è necessario avviare una riforma per restituire energia e creatività alla formazione scientifica, ponendo le diverse realtà sotto il controllo di una struttura che le coordini tutte Quando si toccano le leve qualificanti il futuro, proprio e collettivo, come la conoscenza, la formazione, l'innovazione, occorre avere buon senso, capacità critica, autonomia di giudizio, umiltà, coraggio, immaginazione. Le future politiche scientifiche del Paese dovranno essere mosse da queste energie e non da visioni di parte, aspettative immediate, motivazioni tiepide. 

E dovranno poter contare su risorse significative. La creatività, il valore e le competenze dei nostri ricercatori, la cui qualità dell'impegno scientifico è internazionalmente riconosciuto, sono tra i punti di forza più originali e potenti per rimettere in moto il Paese, accelerarne la crescita, innalzarne qualità e tenuta competitiva. Da anni - trop pi - la ricerca italiana è stata ispiratrice e oggetto di maldestri tentativi di riforma che hanno ottenuto, quasi sempre e nonostante le buone intenzioni dei proponenti, effetti discutibili se non pegg iorativi. IL MONDO dei saperi e della formazione è ormai asfissiato da un fitto groviglio normativo e procedurale, dal precariato elefantiaco, dalla progressiva perdita di consenso e valore sociale, dall'im possibilità di programmare il proprio futuro. E non basta affidare il rilancio alla sola valutazione, quando ancor prima di vederne applicazioni ed effetti, la distinzione con le funzioni di indirizzo e programmazione non è sempre del tutto chiara. Al punto in cui siamo, poi, il sistema non è in grado di autoriformarsi: troppe le beghe e gli interessi interni, i narcisismi, i condomini. 

Non abbiamo più tempo. Altri Paesi, anche in questi tempi difficili, vanno facendo scelte coraggiose e in controtendenza, che in pochi anni li porteranno a controllare domini scientifici e tecnologici, a creare nuovi mercati ai quali detteranno le regole, determinando costi e benefici. 

Occorre ripartire insieme, ricostruendo una forte solidarietà sociale attorno alle scienze per riportare al centro di ogni azione politica il tema della crescita competitiva costruita sull'avanzamen to e sull'uso dei saperi. Una crescita che sia garanzia di inclusione e mobilità sociale, sostenuta, principalmente, ma non esclusivamente, da politiche e risorse pubbliche: gli investimenti in formazione e ricerca, in un periodo di tagli importanti al welfare, devono evidenziare l'alto significato morale, politico ed economico che esercitano per la vita e il futuro di ognuno. Bisogna avviare una azione di riordino, delegificazione e semplificazione per restituire libertà, energia, creatività all'intera filiera della formazione, della ricerca e dell'i n n ova z i o n e . 

Occorre aggregare, tagliare, riscrivere, attribuire con chiarezza funzioni e competenze, separare nettamente l'indirizzo dalla gestione, monitorare, premiare, scegliere, dismettere e investire. Vanno adottati nuovi modelli di governo: l'autonomia, di cui in alcuni casi è stato svilito l'originario significato e valore, è da recuperare e de-ideologizzare, associandola a responsabilità e capacità di fare rete. In una visione di governo sistemico, agenzie e strutture pubbliche deputate a intervenire sul mondo dei saperi sono da ricondurre sotto l'egida di un'unica realtà collegata direttamente ai più alti vertici istituzionali, riconosciuta per trasparenza, autorevolezza, competenze e funzioni da tutte le comunità scientifiche, nazionali e internazionali. 

Una sorta di meta-agenzia attuatrice delle politiche pubbliche su ricerca e innovazione, capace di promuovere, su scala internazionale, il Sistema Ricerca Italia; accedere competitivamente a risorse e programmi comunitari; 
rafforzare il trasferimento dei risultati scientifici ai sistemi produttivi e dei servizi; 
sostenere la nascita di spin off; attrarre capitali privati; 
favorire l'esplorazione di nuovi campi scientifici e tecnologici. 

UNA STRUTTURA agile nella governance, affidabile nelle relazioni con i governi locali, i settori finanziari, gli apparati produttivi; veloce nell'i n d i v i d u a re , selezionare, valutare interventi strategici per la diffusione dell'in novazione e l'avanzamento dei saperi. Per fare questo occorre disporre, accanto a politiche e risorse finanziarie, anche di capitale umano. 

Per questo è indispensabile riportare il turnover al 100% delle risorse liberate dai pensionamenti, abbinandovi un piano straordinario di assunzioni al fine di garantire continuità e qualità al lavoro delle decine di migliaia di ricercatori pronti ad accedere a qualunque sistema di selezione o valutazione comparativa. Probabilmente, a precariato ridimensionato e a comportamenti interni alla comunità scientifica modificati, potrà essere ripensato completamente anche il sistema degli accessi. È indubbio che vadano scovati, attratti e formati nuovi talenti, di conseguenza occorre fluidificare i canali di accesso agli studi, migliorare i servizi complementari, garantire un reale ed efficace diritto allo studio nelle politiche nazionali e regionali.

 Gestione, manutenzione e potenziamento delle grandi infrastrutture, delle attrezzature dei laboratori e delle biblioteche vanno ripensate transitando dalla attuale presenza frammentata sul territorio e fra le diverse strutture secondo una logica esclusiva di possesso, a forme più funzionali di clusterizzazione e di accesso condiviso. L'elenco delle proposte supera di gran lunga lo spazio disponibile sul giornale. Questi primi spunti sono il pretesto per aprire e sollecitare un confronto franco, generoso, numeroso, che ridia speranza ed energia a quanti, con passione, fanno della ricerca la loro ragione di vita. * Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche

sabato 15 settembre 2012

LO SPECIALE Lavoro di Repubblica.it









Senza stipendio e comunicazioni, la protesta dell'INRAN Questa mattina a Roma, di fronte al Ministero delle Politiche Agricole, hanno protestato i ricercatori e dei dipendenti dell'Inran. Un ente pubblico che svolge attività di ricerca, informazione e promozione nel campo degli alimenti e della nutrizione, a servizio della salute dei cittadini. I lavoratori pubblici INRAN hanno intonato un coro al ministro (sulle note di Tu scendi dalle stelle) per rivendicare il diritto allo stipendio: il mese di agosto non è stato pagato ed è a rischio lo stipendio di settembre, il tutto senza comunicazioni ufficiali da parte del Ministero. L'ente, che conta circa 400 dipendenti - tra assunti e precari - tra Roma e Milano, è stato soppresso con l'art.12 del DL 95/2012 e le sue funzioni e compiti sono stati attribuiti al CRA (Centro Ricerche Agricole, ente sempre dipendente dal Ministero dell'Agricoltura, con 2000 dipendenti in tutta Italia). Nessuna comunicazione ufficiale è stata fatta ai dipendenti circa la mancata erogazione dello stipendio e le prospettive future.

giovedì 6 settembre 2012

SOPPRESSIONI E STIPENDI (INCOMPATIBILI?)


S.O.S. EX-INRAN
Comunicato stampa (Assemblea CRA-ex-INRAN)
La soppressione e il contestuale accorpamento dello storico INRAN (Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione) al CRA (Consiglio per la Ricerca e sperimentazione in Agricoltura) aveva scatenato la preoccupazione di tutto il personale, sfociata nell’occupazione della sede di Roma nel mese di Luglio (vedi sotto per alcuni links ad articoli apparsi sulla stampa nazionale).
A seguito delle profuse rassicurazioni dei vertici del CRA circa le modalità di integrazione del personale ex-INRAN nel CRA l’Assemblea decise di sospendere il presidio permanente, pur mantenendo lo stato di agitazione in attesa della traduzione in fatti.
Il primo risultato di tali rassicurazioni è però il mancato pagamento dello stipendio del mese di Agosto per tutti i dipendenti ex-INRAN, mancato pagamento che è oltretutto avvenuto senza alcuna comunicazione preventiva da parte di chicchessia, creando conseguentemente notevoli disagi e problemi alle famiglie dei dipendenti, molte delle quali monoreddito.
Il problema non sembra inoltre risolvibile in tempi brevi, come evidenziato nell’incontro tra vertici del CRA e sindacati, tenutosi ieri, 3 Settembre.
Il personale dell’INRAN, riunito oggi in assemblea, ribadisce quindi lo stato di agitazione e chiede al Ministro Catania l’immediata soluzione del problema e il pagamento delle spettanze dovute a chi da anni ha contribuito al benessere dei cittadini Italiani con lavorando nella ricerca pubblica sugli Alimenti e la Nutrizione.

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Decreto Legge 6 luglio 2012, n. 95.
Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini.
Art. 12
Soppressione di enti e società
  1. L’INRAN è soppresso a decorrere dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
  2. Per effetto della detta soppressione sono attribuiti al CRA le funzioni ed i compiti già affidati all’INRAN ai sensi dell’articolo 11 decreto legislativo n. 454 del 1999. Sono attribuite all’Ente risi le competenze dell’INRAN acquisite nel settore delle sementi elette. Sono soppresse le funzioni dell’INRAN già svolte dall’ex INCA.