PIAZZA GRANDE
In questi tempi difficili è necessario avviare una riforma per restituire energia e creatività alla formazione scientifica, ponendo le diverse realtà sotto il controllo di una struttura che le coordini tutte.Quando si toccano le leve qualificanti il futuro, proprio e collettivo, come la conoscenza, la formazione, l’innovazione, occorre avere buon senso, capacità critica, autonomia di giudizio, umiltà, coraggio, immaginazione.
Le future politiche scientifiche del Paese dovranno essere mosse da queste energie e non da visioni di parte, aspettative immediate, motivazioni tiepide.
E dovranno poter contare su risorse significative.
La creatività, il valore e le competenze dei nostri ricercatori, la cui qualità dell’impegno scientifico è internazionalmente riconosciuto, sono tra i punti di forza più originali e potenti per rimettere in moto il Paese, accelerarne la crescita, innalzarne qualità e tenuta competitiva.

IL MONDO dei saperi e della formazione è ormai asfissiato da un fitto groviglio normativo e procedurale, dal precariato elefantiaco, dalla progressiva perdita di consenso e valore sociale, dall'impossibilità di programmare il proprio futuro.
E non basta affidare il rilancio alla sola valutazione, quando ancor prima di vederne applicazioni ed effetti, la distinzione con le funzioni di indirizzo e programmazione non è sempre del tutto chiara.
Al punto in cui siamo, poi, il sistema non è in grado di autoriformarsi: troppe le beghe e gli interessi interni, i narcisismi, i condomini....
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