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Isaac Newton




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venerdì 23 novembre 2012

Caro Ministro Patroni Griffi, i precari della PA non sono un ESUBERO!




RICERCA

SCUOLA

SANITA’

Il 23 Ottobre 2012 la Rete Ricerca Pubblica, nell’ambito della trasmissione “l’Aria che Tira” su LA7, ha chiesto con determinazione la riapertura del tavolo sul precariato della PA al Ministro Patroni Griffi.

Il “Tavolo” era stato inauguratodal Ministro il 3 maggio scorso proprio per affrontare il tema del precariato nella Pubblica Amministrazione ed era stato poi abbandonato senza motivazioni esplicite dallo stesso Ministero. Non arrivarono più convocazioni all’indirizzo delle parti sociali, ma arrivò la Spending Review e furono tagliati i bilanci e le piante organiche di tutte la Amministrazioni Pubbliche. Non fu un buon segnale per i precari e i motivi per essere molto preoccupati aumentarono.

Il 3 Maggio a quel tavolo erano stati individuati tre settori della PA in cui l’urgenza di affrontare il tema del precariato era riconosciuta anche dallo stesso Ministero, pena la crisi di molti servizi e di settori strategici per il paese. Durante la trasmissione avevamo ricordato al Ministro che i tre settori in cui si attendono con ansia interventi politici incisivi per il superamento del precariato sono: 
Ricerca Pubblica, Assistenza Sanitaria e Scuola.

Il Ministro garantì, in trasmissione, che il tavolo era solo sospeso e che presto lo avrebbe riconvocato formulando delle proposte, ammettendo che il tema del precariato nella Pubblica Amministrazione “è il problema, il più importante problema da risolvere”. A distanza di un mese esatto da quella trasmissione il tavolo è stato finalmente ri-convocato, il 22 Novembre scorso, infatti, si è svolto un incontro presso la Funzione Pubblica fra il Ministro e le Parti Sociali (CGIL, CISL, UIL e USB).

Oggi, a valle di un incontro che sembra riaprire un dialogo sulla necessità e l’urgenza almeno di prorogare i contratti in scadenza al 31.12.2012 e a fronte di una disponibilità dichiarata dalle parti sociali al dialogo con la Funzione Pubblica per costruire un percorso che garantisca stabilità del lavoro dei precari e stabilità dei servizi presidiati dai precari, sentiamo l’urgenza di ribadire l’esplosività della questione.



I dati CGIL parlano di 230 mila precari della Pubblica Amministrazione a rischio di espulsione: UN ESERCITO!
Stando ai dati CGIL (che il Ministro ha ribadito essere la fonte che anche il Ministero utilizza): 160mila sarebbero in scadenza al 31.12.12 e molti di questi sono proprio il lavoratori degli Enti di Ricerca (INGV, CNR, ISPRA, EX-ISPESL, INRAN, e molti altri). 

Per non parlare del fatto che alla fine di questo anno scolastico 70mila insegnati precari della scuola perderanno il posto. “E’ una bomba che va disinnescata” sostiene la Cgil, e noi aggiungiamo, che questa bomba andrebbe proprio eliminata, il precariato nella PA e nella Ricerca va superato, non può essere un destino né una condanna generazionale. Non si può entrare precari, uscire precari, morire precari, siamo dipendenti pubblici necessari ad uno Stato che non può continuare a sfruttarci ed usarci.

Riteniamo, inoltre, doveroso sottolineare che il monitoraggio e la ricognizione del fenomeno del Precariato nella PA sono ad oggi affidati alle Parti Sociali e che il Ministero non ha ancora pubblicato dati ufficiali. Questo vuoto informativo ci sembra grave, non vorremmo mai assistere ad un nuovo drammatico balletto di dati simile a quello sul numero degli “ esodati”.

I precari in scadenza, per cui non si riescono a trovare soluzioni, seppur promesse (come nel caso dell’INGV) sono il risultato dell’effetto perverso della Spending Review che elimina posti di lavoro e delle ultime manovre che tagliano il lavoro precario. Sono il risultato delle cosiddette politiche d’austerità che altro non fanno che far pagare la crisi al Lavoro Dipendente e Precario.

Come tutte le parti SOCIALI hanno ribadito oggi attraverso comunicati sindacali: “sarebbe grave se il Governo continuasse ad ignorare il problema rendendosi in tal modo responsabile di ulteriori licenziamenti di massa”!

E noi staremo qui a sorvegliare.
Per ulteriori approfondimenti rimandiamo ai seguenti Link





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