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"Se ho potuto vedere più lontano degli altri... è perché sono salito sulle spalle dei giganti".

Isaac Newton




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martedì 5 ottobre 2010

ENTI INUTILI

Ecco cosa succede con la manovra.
Storie di soppressioni e di bavagli

Nel 2006 Letizia Moratti illustrando il piano nazionale della ricerca 2010-2012, parlava di necessaria “forte razionalizzazione del ruolo degli Enti pubblici di ricerca”. Nel mese di maggio del 2010, il governo ha finalmente svelato cosa doveva intendersi per razionalizzazione e con la Legge n.122 del luglio scorso (la cosiddetta MANOVRA STRAORDINARA) ha soppresso molti enti pubblici, fra questi ben 5 enti di ricerca: l'ISAE, l'ISPESL, lo IAS e l'INSEAN e l’ENSE, nel frattempo inseriva un articolo beffa sul rientro dei cervelli, proponendo sgravi fiscali per chi rientra dall’estero per fare ricerca in Italia.


IL MANCATO RISPARMIO
L’aspetto che dovrebbe far riflettere sulle reali intenzioni celate dietro le soppressioni degli enti di ricerca è il mancato risparmio per lo Stato. Infatti, se l'intento era quello di risparmiare soldi pubblici, dagli allegati tecnici della manovra si scopre che i risparmi effettivi sono di 883.248 euro complessivi, meno dello 0,00005% della manovra, 175.000 euro di media per ogni ente soppresso, circa 4 monolocali a Roma. Di contro, questi enti riuscivano a sviluppare programmi di ricerca nazionali e internazionali in materia di prevenzione e sicurezza sul lavoro (ISPESL), analisi economica (ISAE), disagio sociale (IAS), idrodinamica navale e marittima (INSEAN), sperimentazione e analisi delle sementi elette (ENSE), gravando ben poco sulla finanza pubblica, ma sostenendo la propria attività con i finanziamenti di milioni di euro derivanti dai bandi di ricerca internazionali.


L’ATTACCO ALL’AUTONOMIA SCIENTIFICA
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Per alcuni di questi enti, come lo IAS, l’INSEAN e l’ENSE, la manovra nella versione definitiva di luglio ha “corretto il tiro” prevedendone l’accorpamento, o meglio lo scioglimento, in altri enti di ricerca e non presso i rispettivi Ministeri Vigilanti; per l’INSEAN, infatti, era previsto lo scioglimento/accorpamento con il Ministero delle infrastrutture e dei trasposti, nella versione definitiva è stato accorpato al CNR. Per gli altri enti di ricerca, l’ISAE e l’ISPESL, la soppressione si traduce in un serio problema di democrazia e autonomia scientifica.




 ISAE - Istituto di Studi e Analisi Economica

Il primo della lista degli enti da sopprimere per il Ministro dell’Economia è stato l'ISAE, vigilato proprio dal Dicastero di Tremonti, una storia a tratti perversa e incomprensibile. l’ISAE forniva analisi e dati indispensabili per le attività di programmazione economica: indici di fiducia delle imprese e dei consumatori, previsioni di andamento del PIL, valutazione economica della manovra finanziaria, tutti indici che negli ultimi mesi avevano andamenti piuttosto negativi e la cui elaborazione, con la soppressione dell’Ente, potrebbero diventare competenza del Ministero dell’economia, in barba alla terzietà e all’autonomia scientifica. La manovra prevede che le funzioni e le risorse saranno assegnate al Ministero dell'economia e all'ISTAT, poi con dei decreti, non ancora emanati, verranno “individuate le risorse umane, strumentali e finanziarie riallocate presso il Ministero dell'economia e delle finanze, nonché, limitatamente ai ricercatori e ai tecnologi, anche presso l'ISTAT”. In sintesi, chi valutava il MEF non esiste più, questo compito è trasferito al MEF, poi certo, qualche ricercatore andrà all’Istat.

Il pensiero che il MEF non abbia voglia di essere valutato da un ente autonomo e terzo, è davvero così assurdo? Chi ha fatto la valutazione dell’ultima finanziaria? Chi farà la valutazione delle prossime finanziarie? Perché IL Presidente dell’Isae, uomo non certo estraneo agli ambienti del PDL, ha lanciato un appello al festival mondiale dell’Economia di Trento? Perché centinaia di economisti di tutto il mondo hanno firmato la petizione contro la soppressione dell’Isae? Il risparmio complessivo per lo Stato, grazie alla soppressione dell’Isae, sarà di 135.000 euro.


ISPESL -Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro



l’ISPESL è un ente di diritto pubblico nel settore della ricerca, dotato di autonomia scientifica, organizzativa, patrimoniale, gestionale e tecnica, ed è stato soppresso. Tutte le funzioni, i compiti e le risorse saranno trasferiti all’INAIL. Nessuno riesce a spiegarsi per quale motivo si possa ritenere opportuno rinunciare ad un ente di ricerca che si occupa della prevenzione sul lavoro e pensare che venga accorpato ad un ente previdenziale, che non gode di autonomia scientifica, né tantomeno è un ente di ricerca. I due enti, pur avendo in comune il tema della sicurezza sul lavoro hanno ruoli ben distinti: l'ISPESL era un ente pubblico di ricerca e organo tecnico scientifico del servizio sanitario nazionale per la sperimentazione, il controllo, la consulenza, l’assistenza, l’alta formazione e documentazione in materia di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. l'INAIL riscuote i contributi previdenziali e paga la pensioni di invalidità e inabilità, oltre a risarcire il danno in caso di infortuni sul posto di lavoro.

Ruoli ben distinti, dunque, uno di carattere strettamente scientifico che ha investito in ricerca e prevenzione anche d’avanguardia, basti pensare all’amianto, l’altro di carattere previdenziale e assicurativo che di solito applica i dati delle ricerche Ispesl per le proprie valutazioni di merito. Risorse umane e personale con profilo talmente diverso che nessuno sa ancora come inserire un ricercatore dell'ISPESL nei ruoli dell'INAIL.

E’ come se, improvvisamente, in un paese che conta tre morti al giorno (di media) sul lavoro, si potesse fare a meno di un ente di ricerca che investa in programmi complessi per la riduzione delle malattie, degli infortuni e del numero di morti sul lavoro, trasformandolo in una sorta di dipartimento di ricerca del più grande istituto assicurativo d’Italia. La ricerca in materia può essere soppressa e demandata ad un ente previdenziale che è lo stesso chiamato a corrispondere il risarcimento in caso di danno. E’ possibile che un giorno l’INAIL non abbia più molto interesse nell’andare avanti nei programmi di ricerca sull’amianto? Quando fare ricerca su alcuni temi sarà troppo dispendioso, quale sarà il criterio d'investimento in Inail? Speriamo tutti siano domande retoriche.

La soppressione produce un risparmio di 426 mila euro, a fronte di circa 13 milioni di euro che l’ente si procurava attraverso bandi internazionali. Nel frattempo, in ISPESL, ci sono circa 500 precari in scadenza, che ancora non sanno se ivedrenno rinnovati i propri contratti.

Conclusione per Il paese? Con la soppressione dell'Ispesl risparmiamo, forse, 426.000 euro, rischiamo di perdere 13 milioni di euro di progetti, l’ente che fa ricerca in materia di sicurezza del lavoro non esiste più e circa 500 precari rischiano di perdere il posto.

....riflettiamo...

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